Attivazioni culturali

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GIUNGLA DI CEMENTO VOL.1

Arti e mostre Cause sociali Cinema e spettacoli Impegno e attualità Infanzia e giovani Letteratura Musica e concerti

  Quando: Sabato 23 Novembre 2024 ore 18:00
  Dove via G. Bosco 2, LA SPEZIA (LA SPEZIA)
 Organizzato da: ARCI CANALETTO


Sabato 23 Novembre H18.00

Al circolo Arci Canaletto il nuovo format targato Jam Antifascista La Spezia, una serie di eventi a tema solidarietà, lotta e repressione. Attraverso i libri, testimonianze, musica e arte costruiremo assieme un ciclo di incontri di informazione e discussione sulle pratiche di solidarietà che collettivi e artist* portano avanti e contro le politiche di repressione messe in atto dallo stato.

Primo incontro Sabato 23 novembre dalle 18.00 Presentazione del libro "L’ARIA BRUCIA - Rivolte, solidarietà e repressione nelle carceri italiane (1968-1977)" di Antonio Susca e Giancarla Rotondi e dibattito con gli autori.

Dalle 21.00 concerto con PAVEL (Rap Hardcore militante da Bologna/Mola di Bari) - Presentazione Disco "Diamanti Sporchi Di Sangue"

Aperitivo di autofinanziamento a cura di Jam Antifascista e bar pop aperto tutta la sera.

Ingresso Con Tessera Arci.

Alcune info:

Il concerto: PAVEL artista originario di Mola di Bari ma con sede a Bologna è un veterano della scena underground e militante in italia, da sempre hardcore e indipendente ha all'attivo molti concerti, in italia e all'estero, con artist* del panorama italiano tra questi: Kaos & Dj Craim, Cuba Cabbal, Trucebaldazzi, P38. Il suo stile è un misto di attitudine rap hardcore e punk, va dal boom bap alla trap toccando i temi crudi di lotta e militanza. Uno spaccato musicale dell'apocalisse che viviamo.

Il libro: L’ARIA BRUCIA - Rivolte, solidarietà e repressione nelle carceri italiane (1968-1977) di Antonio Susca e Giancarla Rotondi.

Contrassegnato da un tempo percepito come immobile, costretto in uno spazio ristretto e separato rispetto alla società che lo istituisce, il carcere irrompe nella «storia», da cui si vorrebbe isolato, soprattutto grazie all’uso di quel particolare strumento politico che è la rivolta. Un paradigma che, negli anni compresi tra il 1968 e il 1977, assume un valore particolare; per la capacità del carcere di trasformare la protesta sociale in «scuola di rivoluzione», da un lato. Ma anche per i problemi che la repressione, attraverso l’introduzione della differenziazione del regime di detenzione, finisce con il porre alla stagione delle rivolte carcerarie. L’aria brucia, con dovizia di particolari, ricostruisce quella che alla resa dei conti resta ancora una storia oscura e sconosciuta, dando un contributo fondamentale alla conoscenza della conflittualità politica e sociale italiana.

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